Le maschere di carnevale tradizionali sono ormai parte della cultura del nostro paese: ma quali sono le più famose e quando sono nate?
Si pensa erroneamente che le maschere di carnevale siano nate proprio in occasione della tradizionale festa che cade nel mese di febbraio. In realtà non è proprio così: i personaggi di Arlecchino, Balanzone, Pulcinella, solo per citare i più celebri, devono il loro grande successo alla commedia dell’arte. Siamo dunque nel ‘500: nonostante siano trascorsi ormai secoli, è impossibile non conoscere i nomi delle maschere di carnevale anche se delle volte non è immediata la collocazione geografica. Sì, perché ognuna di loro affonda le proprie radici in uno specifico territorio della nostra regione.
Le maschere nella commedia dell’arte
Come detto l’origine delle maschere italiane tradizionali per come noi le conosciamo risale al XVI secolo. In teatro gli attori si calavano nei panni di queste “maschere” e ognuna di esse aveva precise caratteristiche. C’era infatti il servo o la serva, c’era il cavaliere, c’era l’imbroglione: gli spettacoli erano quindi molto divertenti e spesso e volentieri “teatro” erano le piazze delle città italiane.
Il più famoso? Certamente è Arlecchino. Si tratta della maschera più colorata che secondo quanto è stato tramandato si può fare risalire a due diverse tradizioni. Una legata ad un personaggio, lo Zanni, già noto nell’antica Roma prima che nella commedia dell’arte, l’altra invece alla tradizione popolare francese.
Maschere di Carnevale piemontesi
Gianduia è una delle più celebri maschere piemontesi, in particolare l’origine si fa risalire al territorio astigiano. Il nome deriverebbe da una locuzione piemontese, vale a dire Gioann dla doja, Giovanni dal boccale, anche se doja è più propriamente un recipiente per il vino. Qualcuno vorrebbe che il nome derivasse invece dalla tradizione degli Zanni, Jean Andouille.
Maschere di Carnevale napoletane
Dici maschera di carnevale campana e pensi subito a quella più celebre della regione, Pulcinella. Questa maschera è nata nel 1609 grazie ad una commedia. Inizialmente si chiamava Policinella (o Pollicinella) ed era un personaggio spesso antagonista di Arlecchino. Famoso anche nel teatro delle marionette dove è il servo di Mangiafuoco che si ribella.
A Bologna c’è Balanzone
Da Napoli a Bologna, dove invece spicca il personaggio di Balanzone, a volte noto come Dottor Balanzone. Tra le maschere tradizionali è certamente una delle più note. Personaggio molto superbo, parla in dialetto bolognese e non disdegna le antiche citazioni latine. Il più delle volte mostra solo di essere colto quando invece così colto non è. Prolisso ma anche brontolone.
Arlecchino, Brighella e non solo: le maschere lombarde
A Bergamo sono due le maschere più note. Una è quella per eccellenza di cui già abbiamo parlato, Arlecchino. L’altra è Brighella: il nome dice già che si tratta di un personaggio attaccabrighe, pronto a fare la qualunque pur di poter ingannare gli altri e raggiungere così i suoi scopi. Nella tradizione del carnevale è presentato come un cantante e ballerino. Come altre maschere anche questa la si fa derivare dalla commedia dell’arte.
Restando in Lombardia troviamo Meneghino. Impossibile non cogliere il chiaro riferimento alla città di Milano: non indossa la maschera ma mostra sempre il suo vero volto. Si tratta di un personaggio molto saggio che ama prendersi gioco della nobiltà. Le sue origini potrebbero addirittura risalire a Plauto anche se ovviamente l’affermazione arriverà nel ‘600.
Le maschere di carnevale romane
Rugantino è celebre anche al di fuori della tradizione propriamente carnevalesca. Nasce come bulletto, diventa pian piano più “popolano”. Il nome deriva infatti da “ruganza”, un termine che a Roma significa arroganza. Ma di quella arroganza pian piano non resta traccia. Altra maschera romanesca è quella di Meo Patacca. La patacca si riferisce alla paga povera di un soldato, il suo quartiere è quello di Trastevere. Non perde occasione di causare lo scontro e ha un carattere assai difficile.
Maschere tradizionali di Venezia
Il Carnevale di Venezia è un’istituzione ed è famoso in tutto il mondo. E da Venezia arrivano due maschere molto famose. Una è quella di Pantalone: ricco e avaro mercante (l’espressione “Paga Pantalone” si riferisce proprio a questa maschera), va a caccia di cortigiane di cui circondarsi. Questa maschera è nata come molte altre ai tempi della Commedia dell’Arte ed è una delle più antiche: nelle rappresentazioni ha sempre con sé la sua sacca piena di monete.
Colombina, veneziana anche lei, è la fidanzata di Arlecchino ma Pantalone ne è attratto. Rappresenta la serva furba, di cui già c’è traccia nelle opere di Plauto, ben prima che arrivi la Commedia dell’Arte.